Quando si parla di franchigie che vantano nel palmarès complessivo ben 33 titoli NBA, bisogna usare i guanti di velluto. Celtics e Lakers oltre che simboli della NBA nel mondo, danno vita ad una delle rivalry più sentite negli USA alla quale hanno dato linfa vitale grandissimi giocatori. Da Bill Russel e Wilt Chamberlain a Kobe Bryant e Paul Pierce passando per Larry Bird e Magic Johnson.

da sx Bird e Magic, Russel e Chamberlain, Kobe in penetrazione tra due Celtics
Ma per la stagione che sta per cominciare qual è la situazione dei due dei team più amati dagli appassionati?
Lakers, in attesa del Mamba.
Due date per capire la situazione attuale. 18 Febbraio 2013, abbandona questo mondo lo storico proprietario dei gialloviola Jerry Buss. 12 Aprile 2013 Kobe Bryant si lesiona il tendine d’achille in una partita di fine stagione contro i Warriors.

l’infortunio di Kobe contro i GS Warriors
Partiamo dalla società. I Lakers non sono una squadra normale. I Lakers sono un reality, le divisioni tra i figli del compianto Buss, Jim e Jeanie,
dilaniano le scelte in chiave di mercato e il progetto societario (a dir la verità nella loro storia i Lakers non hanno mai avuto un progetto sportivo in senso stretto, “alla Spurs” per intenderci). Dunque nelle calderone della free agency e delle trade ci si affida alla capacità di mediazione di Mitch Kupchak che per il possibile tenta di accontentare coach, giocatori e proprietari, ma ovviamente il risultato è tutto tranne che accettabile. Chiaro esempio di questa situazione è la questione Pau Gasol, un campione sul viale del tramonto, che è perennemente sul piede di partenza. Però appena qualcuno si fa vivo per uno scambio e le voci cominciano a girare, l’ambiente entra in fibrillazione, destabilizzando giocatori e coaching staff. Non proprio un idillio, dunque, tanto più che l’ambiente attorno alla squadra è uno dei più esigenti del panorama sportivo americano, sia per la stampa, sia per i fans. Dal punto di vista tecnico la situazione, se possibile, è addirittura peggiore di quella societaria. Il gioco di coach D’Antoni è noto. Una run & gun pura. Purtroppo, per i losangelini, Steve Nash non è più quello di un tempo, e i lunghi non sono adatti a questo tipo di gioco, infatti Kaman e Gasol sono tutt’altro che fulmini nei movimenti e dal perimetro non sono pericolosi. In più il supporting cast è giovane, ma il talento latita parecchio. Nick Young è una testa calda(addirittura scartato dai Clippers, il che è tutto un dire), su Sacre, Hill e Meeks è meglio sorvolare(possiamo prendere una grossa cantonata, ma li abbiamo visti già all’opera…), i soli “degni” della storia dei Lakers sono Jordan Farmar(di ritorno dall’Europa) e Steve Blake. Ma oltre alla scarsità di talento, è carente anche la fase difensiva. Non serve essere coach NBA per capire che, se in attacco hai delle difficoltà, devi difendere forte e non lasciare centimetri agli avversari. Ecco forse dalle parti di El Segundo non hanno ancora ben assimilato il concetto. La speranza è che entro il tip-off abbiano fatto i compiti.

Tracy McGrady commenta la prestazione dei Lakers su twitter (segnalata dal mitico @edo_gn)
E poi manca Kobe, la seconda data prima citata, ha dimezzato le capacità offensive dei lacustri. Infatti attorno a Kobe ruotava, e continuerà a ruotare, l’attacco di L.A non solo per le sue capacità di scorer ma anche per il suo carisma e la sua presenza che attira su di sè le difese avversarie. Ecco quindi che l’ambiente sembra rassegnato ad una stagione mediocre, in attesa del rientro del Mamba, per sperare che quest’ultimo sia in grado di tornare ai livelli pre-infortunio.
Celtics, alba di una nuova era.
Il GM Danny Ainge ha fatto la sua scelta. Le chiavi del Boston Garden passano a Rajon Rondo, dunque via i giocatori con contratti pesanti, senza guardare a storia o affetti. Risultato: squadra stravolta. Il capitano Pierce, The Big Ticket Garnett e T-Jet Terry hanno preso la via di Brooklyn

Garnett Pierce e Terry ai Nets
in cambio di Humpries, Gerald Wallace, Keith Bogans e Marshon Brooks. 3 contratti onerosi di giocatori a fine carriera in cambio di giocatori in scadenza(Humphries) o più appetibili come pedine di scambio. Inoltre c’è stato l’addio di coach Doc Rivers, accasatosi a LA sponda Clippers, rimpiazzato da Brad Stevens proveniente da Butler University dove ha mostrato indubbie qualità. Il reparto lunghi è quello più scoperto in casa Boston, ma dal draft è arrivato Kelly Olynyk, un centrone di 2.13m da Gonzaga. Ancora acerbo, ma con un futuro molto interessante. Quindi carta bianca ad un coach giovane e con tanta voglia di mettersi in gioco che deve riuscire a fare esprimere al massimo i giovani talenti come Avery Bradley e Jeff Green, sulle cui spalle ricadono molte aspettative in attesa del rientro dell’infortunato Rondo, previsto per la fine dell’anno solare. La preseason non è stata molto incoraggiante, ma ha regalato alcuni buoni spunti per la stagione regolare

coach Brad Stevens

Rajon Rondo e Jeff Green
. Green quando si accende può essere davvero importante, Avery Bradley difensivamente è già un fattore e sta continuando a migliorare in fase offensiva, specie dalla lunga distanza, Gerald Wallace col suo atletismo può mettere in crisi le difese avversarie e può difendere su molte delle ali piccole della lega(compresi Durant e James) e Jordan Crawford potrebbe rivelarsi una buona pedina per la panchina. Tirando le somme questa per i Celtics è una stagione di transizione, ma non si può tankare perchè il materiale umano c’è, ma uno sguardo al draft bisogna lanciarlo perchè il 2014 sarà un anno pieno di talento come non si vedeva da anni. Nel frattempo puntare ai playoff sembra un utopia, ma lo spirito celtico è imprevedibile.
Sofferenza
Con questa parola si può riassumere ciò che aspetta i tifosi di Lakers e Celtics per il 2013/2014. Per 82 partite le due squadre dovranno sudarsi ogni punto di ogni partita in quanto sulla carta i due roster sono inferiori a tre quarti di quelli delle altre franchigie. I Lakers dovranno ingoiare il boccone amaro di vedere i cugini Clippers lottare per il titolo e probabilmente aggiudicarsi gli scontri diretti allo Staples Center. E dovranno rassegnarsi se per la prima volta da parecchio tempo non riusciranno ad acciuffare i playoff. Sulla East Coast la situazione non è granchè migliore. I rivali Bulls e Heat sono nettamente superiori, così come le due squadre della Grande Mela, Nets e Knicks, hanno qualcosa in più come qualità del roster . Sarà dura vedere giocare, e vincere, da avversari al Garden gli idoli di un tempo, Pierce e Garnett, con un’altra maglia. Ad Est la concorrenza per questa stagione sembra essere più agguerita rispetto al passato ma i ragazzi di Beantown hanno tutte le carte in regola per non sfigurare nonostante le difficoltà.
Due nobili squadre che hanno finito un ciclo vincente e ora si apprestano ad abbandonare il gotha della NBA, ma la Storia non si dimentica e, se i tifosi saranno pazienti, nel giro di qualche anno potranno tornare vincenti. Con volti nuovi, ancora più forti di un tempo, con un unico obiettivo: vincere il 34esimo titolo in 2.
Nikolas Subrani (@niksubra)